Alessandro de Maigret

Fig. 1 – Alessandro de Maigret, Ṣanʿāʾ 1980.

AAlessandro de Maigret (14 agosto 1943 – 14 febbraio 2011) si è formato in archeologia del Vicino Oriente antico presso l’Istituto di Studi del Vicino Oriente dell’Università di Roma. Conseguito qui il titolo di laurea in Lettere antiche (indirizzo archeologico) nel 1971, e di specializzazione in Archeologia orientale nel 1973, ha partecipato per un lungo periodo (1970-1976) agli scavi condotti a Tell Mardikh/Ebla della Missione Archeologica Italiana in Siria dell’Università di Roma diretta da Paolo Matthiae. All’esperienza di campo, acquisita nella direzione di vari cantieri di scavo a Ebla e Tell Afiss, nonché in esplorazioni archeologiche della regione a sud di Aleppo, si sono associati in quegli anni studi e ricerche di ambito siro-palestinese di periodo pre-ellenistico.

Venuto a termine il suo impegno a Ebla, egli ebbe modo di ampliare le sue conoscenze teorico-metodologiche seguendo le linee della ‘New Archaeology’ americana e della ‘Environmental Archaeology’ di tradizione inglese, approfondita quest’ultima con una borsa di studio presso l’Institute of Archaeology della University of London (1978-1979). Frutto di tali nuove esperienze sono, rispettivamente, le pubblicazioni di un volume di revisione critica degli scavi del sito siriano di Hama e di un contributo sul paleo-ambiente e le risorse economiche di Ebla.

Fig. 2 – Alessandro de Maigret, Wādī Yanāʿim 1981.
Fig. 3 – Alessandro de Maigret, Barāqish 1992.
Fig.4 – Alessandro de Maigret, Tamnaʿ 2004.
Fig.5 – Alessandro de Maigret e Rosario Valentini,
Barāqish 2006.
Fig.6 – Alessandro de Maigret e ʿAbd al-Karīm al-Iryānī, Barāqish 2004.
Fig.7 – Alessandro de Maigret, Dūmat al-Jandal
(Arabia Saudita) 2009.

Nel 1980, divenuto Professore Associato all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, fondò, con finanziamenti congiunti del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell’Università e del Consiglio Nazionale delle Ricerche una Missione Archeologica Italiana nella Repubblica Araba Yemenita (MAIRAY) (fig. 1). Tale Missione, nata, grazie all’appoggio di Sabatino Moscati, con il patrocinio prima dall’Istituto per l’Oriente di Roma, e poi, dal 1983, con quello dell’Istituto per il Medio ed Estremo Oriente, presieduto da Gherardo Gnoli, continua ancora oggi la sua attività con il nome di ‘Missione Archeologica Italiana nella Repubblica dello Yemen’ (MAIRY). Oltre ad una prima ricostruzione della ricca e molteplice preistoria dello Yemen — indagata tra il 1981 ed il 1985 tanto nell’altopiano, quanto nel deserto e nella piana costiera —, alla Missione si deve l’importante scoperta, nel 1981, dell’età del Bronzo yemenita (III-II mill. a.C.) (fig. 2).

Più di una cinquantina di siti di questa fase pre-sabea furono rinvenuti nella regione montuosa a sud-est di Ṣanʿāʾ, e i dati delle esplorazioni e degli scavi, operati nel 1984 e 1985 in quattro dei principali insediamenti, offrirono un primo soddisfacente quadro di una cultura che trova evidenti paralleli in quella palestinese dell’età del Bronzo Antico e che viene a porsi come l’antecedente diretto della civiltà sudarabica di periodo classico. Le ricerche sul periodo sabeo portarono nel 1985 al rinvenimento, nel margine desertico orientale, di un grande complesso di rovine (Wādī Yalā) che, dopo Marib, può essere considerato il più importante complesso archeologico sabeo sinora scoperto nello Yemen. Uno scavo condotto nella città (1987) restituì dati essenziali per chiarire la tanto dibattuta cronologia sudarabica.

Tra le altre, varie e numerose, ricerche condotte da Alessandro de Maigret e dalla MAIRY alla fine degli anni 1980, vanno ricordate quelle sulle necropoli del deserto (tombe ‘a torretta’) e dell’altopiano (tombe ipogee), quella sull’architettura religiosa islamica che, durata quattro anni, fornì una prima catalogazione tipologica delle più antiche moschee yemenite ed, infine, l’avvio di scavi estensivi nella straordinaria città minea di Barāqish (antica Yathill), che, in due campagne (1989-1992) (fig. 3), consentirono di riportare alla luce un importante tempio, dedicato al dio Nakraḥ, patrono della città (VII sec. a.C.- I sec. d.C.).

Divenuto nel frattempo (1990) professore ordinario di Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente antico presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, A. de Maigret fu eletto presidente di Arabia Antiqua (Associazione internazionale per gli studi sulla Penisola Araba), nata in occasione del Congresso internazionale omonimo organizzato dall’IsMEO a Roma nel 1991. Nel 1992, anche in seguito a tale carica, egli fu nominato dal Ministero degli Affari Esteri Consigliere archeologico presso l’Ambasciata italiana di Riyadh. Nel corso della sua permanenza in Arabia Saudita (1993-1997), egli ebbe modo di allacciare rapporti con le istituzioni universitarie e di tutela culturale dei vari Paesi della Penisola Araba e di valutare i più significativi giacimenti archeologici sia di quel Paese che delle nazioni vicine (Oman, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Qatar).

L’avvio di un programma di collaborazione con la Missione Archeologica Francese diretta da Christian Robin, lo portarono nel 1998 a dirigere una campagna di scavi nel tempio sudarabico di Yeha (Etiopia) e, tra il 1999 ed il 2006, a condurre otto intense campagne di scavi a Tamnaʿ, antica capitale del regno sudarabico del Qatabān. Gli scavi, riprendendo il lavoro della Missione della American Foundation for the Study of Man interrotto nel 1951, hanno messo in luce un grande tempio dedicato alla dea Athirat, più di dieci case-torri della celebre Piazza del Mercato e 8 tombe in Ḥayd Ibn ʿAqīl, la necropoli della città (fig. 4).

Nel 2003, A. de Maigret riprese i lavori a Barāqish restaurando (con fondi della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri), il tempio mineo di Nakraḥ (fig. 5), e nel 2004 intraprese lo scavo di un secondo tempio nell’area meridionale della città. Gli scavi, proseguiti ininterrottamente sino al 2006, hanno messo completamente in luce questo secondo santuario dell’Area Sacra di Barāqish, che le iscrizioni attribuiscono al dio mineo ʿAthtar dhu-Qabḍ (fig. 6). Due sondaggi stratigrafici, condotti all’interno e all’esterno della cinta muraria (2005-2006) hanno permesso di ricostruire la sequenza e la cronologia delle varie fasi di vita della città, dal periodo sabeo a quello mineo e a quello islamico.

Sia gli scavi di Tamnaʿ che quelli di Barāqish furono interrotti per problemi di sicurezza, per cui le campagne del 2007 e 2008 furono consacrate esclusivamente allo studio dei materiali. Nell’aprile-maggio 2009, A. de Maigret, con fondi del Ministero degli Affari Esteri (Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese), condusse una prima campagna di scavi nel sito saudita di Dūmat al-Jandal (la Adumatu degli Assiri) (fig. 7), nell’ambito di un progetto quinquennale italo-saudita di ricerche, volto a mettere in luce e valorizzare il passato di un’oasi che fu la prima capitale degli antichi Arabi (VII sec. a.C.) ed uno dei più importanti centri commerciali dell’Arabia del Nord.

Nel dicembre del 2010 A. de Maigret avviò la prima campagna archeologica a Ghaymān (Yemen), senza potervi partecipare attivamente per gravi motivi di salute. La campagna archeologica è stata finanziata dal Ministero degli Affari Esteri italiano (Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese).

Presso l’Università degli Studi di Napoli ‘L’Orientale’, A. de Maigret ha ricoperto le cariche di: Presidente del Corso di Laurea in Archeologia (2002-2003), Presidente del Centro Interdipartimentale di Servizi per l’Archeologia (2001-2007), membro del Consiglio di Amministrazione (1998-2000, 2003-2005), membro del Senato Accademico (2006-2010).

A. de Maigret è stato membro corrispondente della Académie des Inscriptions et Belles Lettres dell’Institut de France; membro dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente di Roma, della Society for Arabian Studies di Londra, della Sociètè des Archèologues, Philologues et Historiens de l’Arabie di Parigi, del Deutsche Archaeologische Institut di Berlino, della Société Asiatique di Parigi. È stato co-direttore della rivista Arabia (Aix-en-Provence); membro del Consiglio Scientifico delle riviste Arabian Archaeology and Epigraphy (Copenhagen), Annali dell’Istituto Universitario Orientale (Napoli), Saba (Parigi), Oriens Antiquus (Roma), Archeologia Viva (Firenze).

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Bibliografia di Alessandro de Maigret












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