Ḫarabat Al-Ahǧur / Waraqah

Nome Arabo

خربة الاهجر

Nome antico

Regione

Dhamār Governorate

Coordinate

14.5424, 44.50492

Fig. 1 – Toro in calcare dalla tomba KAHi/T1.

L’occasione che avemmo nel 1986-1987 di scavare due grandi tombe ipogee sull’altopiano presso Waraqah (provincia di Dhamār) ci fornì utili spunti anche per meglio interpretare le tombe a torretta. I due sepolcri a camera (Figg. 2-3) facevano parte della necropoli del sito himyarita di Kharabat al-Ahjur e rivelarono ricchi corredi di sculture (Fig. 1), vasellame, armi e monete che attribuivano le sepolture al I-II sec. d.C. Pur essendo contemporanee delle torrette più tarde di al-Makhdarah, ben diversi erano, oltre i corredi, il costume funerario e l’architettura. Trattandosi di sepolcri cumulativi, potemmo raccogliere le ossa di numerosi individui, e, dall’esame che di essi compirono gli antropologi della Missione notevoli differenze emersero anche nei reperti ossei.

Fig. 2 – Ḫarabat Al-Ahǧur, tomba ipogea KAHi/T1.
Fig. 3 – Ḫarabat Al-Ahǧur, tomba ipogea KAHi/T2.

Uno studio comparativo complessivo dei due repertori rivelò che in periodo sudarabico coesistevano in Yemen due popolazioni di etnia diversa: una, quella delle tombe ipogee (e, per le evidenti analogie culturali, delle tombe di Tamna‘) tipicamente sudarabica (himyarita-sabeo-qatabanita) e una “del deserto” (nomadi). La distribuzione delle tombe a torretta (che si ritrovano un po’ in tutta le Penisola Araba, sino in Giordania) segnava le vie battute da questi nomadi e, coincidendo esse con i percorsi della famosa “Via dell’incenso”, si poteva ragionevolmente pensare che essi fossero gli autori materiali di quel commercio internazionale che tanto contribuì al fiorire dell’Arabia Felix.

Il 1987 segnò la fine del “Progetto quinquennale di formazione archeologica nello Yemen” stipulato nel 1982 tra il Ministero degli Esteri e l’IsMEO. Nell’ambito di tale Progetto furono concluse importanti attività anche nel settore delle antichità di periodo islamico. In cinque anni di lavoro (1983-1987), infatti, gli esperti italiani poterono completare uno dei più ricchi inventari dell’architettura religiosa yemenita sinora disponibile. Grazie a questo lavoro abbiamo oggi gli elementi per elaborare una tipologia delle moschee, delle scuole, delle necropoli medievali yemenite e, quindi, una buona base per proporne un primo lineamento storico artistico.